KUWAIT
(Marzo 2019)

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"I viaggi sono legati al superamento delle frontiere, ma per frontiere 
   si devono intendere anche le frontiere della mente"
                                         (Salman Rushdie)
ITINERARIO DEL VIAGGIO

Il Kuwait si differenzia dagli altri paesi della penisola arabica in quanto, pur essendo anch'esso ricco di petrolio, non ha abbracciato lo sfarzo, l'opulenza e l'ostentazione delle altre nazioni affacciate sul golfo persico. Forse il lungo conflitto con l'Iraq di cui ancora oggi si vede qualche conseguenza o forse una vocazione più aderente ai dettami della religione musulmana hanno fatto sì che questa nazione non sia diventata una replica degli altri paesi del golfo situati più a sud. Il risultato è uno stato che se da un lato vede un minor afflusso turistico e di expat, dall'altro conserva una più autentica atmosfera araba. Non mancano comunque interessanti musei, un bel suq, una serie di spiagge ben tenute, animati ristoranti e lussuosi mall dove le grandi firme internazionali attirano numerosi avventori.

Il volo della Pegasus, con scalo intermedio ad Istanbul, atterra a tarda notte all'aeroporto internazionale di Kuwait City, capitale della nazione. Ritirata la vettura a noleggio prenotata dall'Italia, in circa mezz'ora raggiungiamo l'albergo situato nel centrale quartiere di Sharq. La mattina seguente inizia la visita della città. Molti dei luoghi di interesse si concentrano in prossimità della corniche qui denominata Arabian Gulf street, una ampia arteria che per decine e decine di chilometri costeggia il mare attraversando la capitale e proseguendo verso sud. Alcuni siti si trovano a breve distanza l'uno dall'altro e sono quindi raggiungibili anche a piedi, ma in ogni caso per poter accedere anche ai luoghi di interesse più periferici è comunque indispensabile avere una macchina propria sebbene le condizioni del traffico, sempre congestionato durante i giorni della settimana, costringano a lunghe attese in coda. Unica eccezione è data dal giorno di venerdì, quantomeno fino al pomeriggio, allorquando le strade sono decisamente meno intasate e consentono più rapidi spostamenti da una parte all'altra della città. Prima meta che raggiungiamo sono le Kuwait towers che con le loro sfere dai caratteristici lustrini in stile arabo color verde acqua rappresentanto il simbolo del paese. Inaugurate nel 1979, la torre più alta ospita nella sfera superiore una piattaforma panoramica girevole, mentre la sfera inferiore funge da riserva di acqua e contiene circa quattro milioni di litri di liquido. Anche la torre intermedia viene utilizzata come sebatoio, mentre la più piccola ha la funzione di illuminare le altre due. Il sito è particolarmente suggestivo la sera quando le torri vengono illuminate con spettacolari giochi di luce.

Proseguendo lungo la corniche, verso nord-ovest si incontra il fish market che merita una veloce visita per vedere la incredibile profusione di pesci che vengono esposti sui banconi e per assistere alle relative contrattazioni. Il fish market fa parte di un'area architettonica piuttosto recente denominata Sharq marina che ospita anche il porto in cui si stipano innumerevoli dhow (tipiche imbarcazioni arabe) ed in cui ha sede il Maritime museum che offre una ottima introduzione alla tradizione marittima del Kuwait. Poco oltre si incontra la Beit Dickson, un semplice edificio storico di color bianco con dettagli blu un tempo residenza di un consigliere politico britannico. A breve distanza, in corrispondenza di una rotonda su cui sorge una grande fontana, sorge il Sief Palace sede ufficiale della corte dell'emiro. Si tratta di un grande palazzo a forma di "L", non aperto ai visitatori, la cui area originale risale agli inizi del XX secolo, mentra la parte più moderna, con tanto di lago artificiale, pista di atterraggio per gli eleicotteri e molo per gli yatch, è stato ultimato solo agli inizi degli anni 2000. Dalla parte opposta della strada si erge la grand mosque, la più imponente delle ben 800 moschee cittadine che vanta altresì il minareto più alto del Kuwait. L'edificio può ospitare fino a 5000 fedeli nella sala principale ed altri 7000 nel cortile interno. Terminata nel 1986, può essere visitata prendendo parte ad un tour condotto dalle preparate guide che vengono messe a disposizione dei turisti. Proseguendo lungo la corniche si raggiunge la Sadu house, una vecchia casa tradizionale costruita nel 1936. L'edificio si affaccia sul lungomare ed incorpora quattro cortili aperti che presentano molte influenze decorative indiane soprattutto nelle decorazioni delle porte di legno e nelle griglie di ferro presenti sulle finestre. La casa venne costruita in pietra usando il cemento solo per rinforzare la struttura e negli anni '30 vennero aggiunti nuovi pavimenti e caminetti in stile europeo. A pochi passi di distanza si trova il National Museum Complex, un tempo motivo di grande orgoglio per la nazione kuwaitiana in quanto sede di una delle più importanti raccolte di arte islamica ed oggi purtroppo solo più l'ombra di sè stesso a causa delle pesanti razzie operate nel corso dell'occupazione irachena degli anni '90. Il complesso è attualmente in fase di riammodernamento e nonostante i saccheggi effettuati è ancora possibile vedere una interessante sezione che illustra le tradizioni popolari e la vita quotidiana del paese prima della scoperta del petrolio. Per concludere la visita di quest'area merita una breve sosta il national assembly building, un curioso edificio bianco dal tetto concavo ispirato alle tende beduine (progettato dallo stesso architetto che disegnò la Sydney Opera House) che è sede del primo parlamento della regione.

Esaurite le attrattive di questa zona cittadina, pieghiamo verso il cuore della city dove un posto di riguardo è occupato dalla Liberation tower che svetta nel cuore della capitale kuwaitiana. Con i suoi 372 mt. è al momento il secondo più alto edificio cittadino ed occupa il 5° posto tra le torri delle comunicazioni più alte del mondo. Iniziata prima dell'invasione da parte dell'Iraq, venne poi ribattezzata nel 1993 con il nome "torre della liberazione" proprio a seguito della ritirata delle truppe straniere. Sempre nel cuore della capitale torreggia l'Al Hamra tower, un grattacielo che con i suoi 412 mt. di altezza detiene per il momento il primato della più alta costruzione del Kuwait e sebbene sia solo il 17° grattacielo più alto del mondo è invece la più alta "torre scolpita" del pianeta. Essa infatti ha la caratteristica di avere tutte le quattro facciate tra loro differenti e sulle sue superfici in cristallo vi è un complesso sistema di led che trasforma l'intero grattacielo in un enorme schermo in grado di proiettare nelle ore notturne giochi di luci, immagini e suggestioni visive. L'edificio è connesso ad un centro commerciale di cinque piani con cinema e sale IMAX, un teatro ed un parcheggio di 11 piani. La Torre Al Hamra ha inoltre più di 70 piani di uffici, un ristorante panoramico e un centro benessere. Riprendendo la corniche e puntando verso sud si costeggia una lunga serie di sentieri serpeggianti che si affacciano sul litorale, di piste ciclabili, di percorsi di jogging, aree verdi e spiagge adatte alla balneazione che si susseguono per oltre una decina di chilometri fino a raggiungere un piccolo promontorio in cui ha sede lo scientific center ospitato in un interessante edificio a forma di vela. Questo centro vanta uno dei più grandi acquari mediorientali in cui lo spettacolo più straordinario è offerto dalle gigantesche vasche alte dal pavimento fino al soffitto in cui nuotano non solo pesci tipici dell'ambiente oceanico, ma anche squali, mante, cernie giganti, pesci di barriera e meduse fluorescenti. Una piccola sezione del museo è dedicata alla paleontologia ed un'altra agli animali del deserto. All'esterno del complesso, in una piccola darsena, sono ospitati alcuni dhow tra cui il Fathet Al Khair l'ultimo dhow esistente dell'era petrolifera.

Sempre lungo la corniche può meritare una breve sosta Green Island, un'isola artificiale collegata alla terraferma da una strada pedonale rialzata che ospita un anfiteatro, un parco giochi ed offre la possibilità di praticare diverse attività sportive e di relax. Sul tratto di spiaggia litoraneo che si estende a nord e a sud dell'isola sono solite radunarsi le famiglie locali per fare il pic-nic o per godersi una giornata al mare. Ritorniamo nella zona centrale e ci dirigiamo verso il suq principale di Kuwait City denominato suq Marbarakia. Fedele alle proprie tradizioni, la capitale ha conservato il vecchio suq centrale in tutta la sua labirintica, brulicante e caotica suggestione. Sebbene il mercato sia oggi ospitato per la maggior parte all'interno di una serie di eleganti e ben congegnati edifici che imitano i vecchi suq, nelle ampie sale e corsie sopravvivono ancora le vecchie usanze della contrattazione. Si tratta di un posto interessante ove spendere qualche ora perdendosi nella miriade di negozi che offrono vestiti, casalinghi, incensi, profumi, stoffe, oltre che prodotti ortofrutticoli, carni e pesce. Nel vicino suq Al Hareem donne beduine siedono a gambe incrociate vendendo il kohl (eyeliner nero) e nel contiguo suq ad Dahab al Markazi, il suq dell'oro, fanno mostra una infinità di gioelli e di perle locali. Il mercato si estende poi anche alle viuzze laterali dove una pletora di negozietti fanno il paio con ristorantini tipici e caffè in cui si ritrovano i locali per bere un caffè o sorseggiare un bicchiere di the. Concludiamo la giornata cenando proprio in questa zona in un ristorante che offre piatti libanesi e che dal gran numero di avventori presente sembra essere uno dei luoghi più apprezzati per la sua cucina.

Il giorno seguente viene dedicato alla visita dei dintorni di Kuwait City. La nazione è a tutti gli effetti una tipica città-stato, per cui la maggior parte delle attrattive turistiche e delle attività sono concentrate nella capitale. Difatti, al di fuori dell'agglomerato urbano, il territorio offre ben poco essendo più che altro caratterizzato da una vasta landa desertica in cui sorge soltato qua e là qualche impianto di estrazione petrolifera o qualche sito industriale. Alcune destinazioni poste nel raggio di un centinaio di chilometri dal centro della capitale, possono comunque fornire lo spunto per una gita giornaliera fuori porta. A circa una quarantina di chilometri dal centro della città sorge il paese di Al Jahra luogo in cui nel 1920 fu sconfitto l'esercito invasore dell'Arabia Saudita. Sempre nei pressi di questa zona, durante la guerra del golfo avvenne l'episodio del cosiddetto turkey shoot (tiro al piccione), ossia la distruzione e l'uccisione da parte degli alleati di un convoglio iracheno in fase di ritirata dal Kuwait. Oggi non è più possibile vedere le tracce di quanto avvenuto poichè tale zona è stata ripulita dai rottamatori e dai cacciatori di souvenir bellici. La cittadina Al Jahra merita comunqe una sosta per la visita dal Red fort, un forte che giocò un ruolo chiave nella battaglia del 1920 contro gli Arabi. E' una bassa struttura in argilla a pianta rettangolare perfettamente ristrutturata: al suo interno sono visibili, oltre all'ampio cortile centrale, anche la serie di locali, stalle, depositi e stanze che lo circondavano oggi adibite in parte a piccolo museo etnografico e folkloristico. Non molto distante dalla cittadina, lungo una piccola penisola che punta verso la baia di Kuwait City, si trova un sito suggestivo al quale si può dedicare una interessante deviazione: si tratta dello ships graveyard. Le placide onde di questo tratto del Golfo Persico lambiscono decine di navi affondate e abbandonate che giacciono incagliate sul sabbioso fondale marino esposte al sole e al paesaggio circostante. E' questo uno tra i tanti siti al mondo in cui le navi al termine della loro vita vengono affondate e messe a riposo in attesa di un loro futuro smantellamento. La vista di questi relitti, adagiati su un fianco o avvolti dalle alghe, da una parte è molto suggestiva ed offre lo spunto per interessanti scatti fotografici, ma dall'altra crea un po' di malinconia facendo apparire queste strutture di ferro come dei corpi esanimi ormai privi di vita.

Proseguendo verso nord, in direzione dell'Iraq e procedendo lungo la costa situata dalla parte opposta rispetto alla grande baia su cui si affaccia Kuwait City, si raggiunge la zona denominata Mutla Ridge, il crinale di Mutla. Pur essendo tutt'altro che imponente, questa catena di lievi alture è quanto di meglio lo stato ha da offrire in termini di montagne. In un terreno pressochè desertico nel mezzo del quale scorre una solitaria autostrada che conduce fino all'isola Bubiyan e fino all'Iraq, l'unica vista è quella che spazia fino allo skyline di Kuwait City che si può scorgere in lontananza. Per il resto il paesaggio è un ininterrotto susseguirsi di pietre e sabbia in cui ogni tanto si vedono da un lato grossi escavatori e pozzi di trivellazione che saggiano il sottosuolo e dall'altro lato le mandrie di cammelli che placidamente brucano sterpaglie riarse dal sole. Non essendovi null'altro di rilievo in questa zona puntiamo la bussola verso sud e superata la periferia della capitale percorrendo una delle numerose autostrade che fungono da circonvallazione raggiungiamo in circa un'ora l'insediamento urbano di Al Ahmadi. Costruito per ospitare gli operai dell'industria kuwaitiana negli anni '40 e '50 dello scorso secolo, questo centro cittadino non ha molto da offrire al turista rappresentando più che altro una sorta di riserva privata della Kuwait Oil Company (KOC) e più in generale dell'industria dedita all'estrazione e lavorazione del petrolio. Può rappresentare tuttavia una occasione interessante la breve visita all'Oil Display Center che offre una introduzione alla storia della KOC e della produzione petrolifera nel paese. Per i patiti di architettura industriale merita invece una puntata la vicina raffineria di Mina Al Ahmadi che con i suoi chilometri e chilometri di tubazioni, le sue centinaia di cisterne, le torri metalliche su cui ardono perenni fiammate ed il suo porto a cui attraccano le superpetroliere, rappresenta una delle raffinerie più grandi al mondo. Percorrendo un breve tratto di costa si raggiunge infine Fahaheel che fino a pochi anni orsono era ancora un villaggio di pescatori a sè stante, mentre oggi è diventato praticamente un sobborgo della capitale pur se posto ad una quarantina di chilometri di distanza. Tuttavia il luogo conserva ancora una vaga atmosfera beduina che si ritrova nel suq del pesce e nel pittoresco porto dei dhow. A fare da contraltare a queste ultime testimonianze di un Kuwait d'altri tempi, vi è il moderno centro di Al kout che con la sua spiaggia privata, il suo omonimo centro commerciale che ospita negozi di firma e con la sua darsena esclusiva in cui ormeggiano yatch di lusso ed imbarcazioni da diporto, rappresenta il centro nevralgico della vita mondana di questa area urbana. Sul finire del giorno facciamo rientro a Kuwait City per andare a ricercare un altro ristorantino dove assaporare le delizie della cucina araba.

La mattina successiva continua la visita della capitale ed in particolare di quelle attrattive situate in posizione un po' più decentrata. Prima destinazione è la mirror house, un piccolo museo realizzato in un edificio residenziale situato nel sobborgo di Qadisiya. Tutti gli ambienti della residenza, così come parte dell'esterno, sono stati decorati a mosaico con frammenti di specchi. L'effetto è decisamente insolito e rende la casa una autentica opera d'arte moderna. Passando ad un altro dei sobborghi della capitale si raggiunge il Tareq Rajab museum ricavato nel seminterrato di una grande villa. E' un museo etnografico che custodisce una collezione privata di arte islamica e non solo. Si trovano qui esposti strumenti musicali intarsiati, gioielli in argento ed oro provenienti dall'Oman e dall'Arabia Saudita, copricapi tipici ed elmi mongoli, costumi tradizionali indossati da principesse e pastori, lacche di Jaipur e perle del Bahrain. Nonostante la presenza di tutti questi tesori provenienti da diverse parti del mondo islamico, il museo eccelle anche per la sua collezione di manoscritti arabi. Da qui per sfuggire alle ore più calde della giornata, ci si può spostare di una decina di chilometri per raggiungere il 360° mall, un lussuoso centro commerciale che svetta per la sua eleganza. I negozi delle più rinomate firme sono il punto forte di questo mall i cui aredi sono caratterizzati dalla presenza di raffinate strutture in legno che fanno il paio con palme, fontane, giochi d'acqua e vetrate. Due piani di negozi dei più famosi marchi della moda si contendono i clienti, mentre nel piano sotterraneo un enorme Carrefour offre cibo, elettronica, elettrodomestici e casalinghi vari. L'ultimo piano è invece dedicato alla food-court che contempla fastfood e ristoranti tipici. Un cinema multisala, un bowling ed una sala giochi completano la struttura. A pochi chilometri di distanza sorge un altro imperdibile mall (per chi ama questo genere di attrattive): the avenues mall. La visita inizia fin dai parcheggi sotteranei, immensi e incredibili, in cui è bene prendere buona nota di dove si lascia la macchina. Delle piattaforme si sollevano da terra superando i diversi piani e consentendo al visitatore di passare rapidamente da un settore all'altro. Vi sono addirittura delle "stazioni" in cui si digita la targa per ritrovare la vettura. I suoi grandi viali (avenues) su cui si affacciano i vari negozi ricavati all'interno di facciate di veri e propri eleganti edifici, sono la caratteristica del mall ed il viale centrale è lungo addirittura un chilometro. Ai suoi lati si diramano viuzze a loro volta caratterizzate da negozi e botteghe. Il tutto è interamente ricoperto da un soffitto in cristallo che sovrasta un ambiente completamente climatizzato. Anche qui sono presenti tutti i più importanti marchi mondiali e nelle decine e decine di ristoranti presenti sono rappresentante praticamente tutte le cucine del mondo. Molto caratteristico è poi un piccolo (ma nemmeno troppo) suq interno che offre un mix di lusso e tradizione araba.

Dopo aver trascorso alcune ore in queste cattedrali del lusso, puntiamo nuovamente verso la costa per una breve visita all'Al Hashemi II l'imbarcazione in legno più grande del mondo. Lunga 80 mt. e larga quasi 19, l'imbarcazione ha un peso stimato di circa 2500 tonnellate con tanto di certificato rilasciato dal Guinness dei Primati. Accanto si trova un altro dhow di dimensioni ridotte al cui interno è ricavato un ristorante assai rinomato in città: l'Al Boom in cui gli avventori sono serviti da camerieri vestiti con abiti da marinai d'epoca. Continuiamo a percorrere la corniche verso il centro cittadino e durante il tragitto compiamo una breve deviazione per ammirare la Naser Alsabah mosque detta anche moschea a piramide per la sua particolare forma che ricorda le grandi piramidi a gradoni d'Egitto. La struttura è un bell'esempio dell'architettura religiosa moderna del paese. Proseguendo ancora oltre e superato lo scientific center raggiungiamo l'area denominata Marina Crescent, una elegante zona commerciale che si affaccia sul litorale, a fianco di una bella spiaggia, in cui si trova una miriade di ristoranti che offrono ogni tipo di cucina. E' il luogo ideale per fermarsi per una cena a lume di candela e per godere del panorama che spazia del piccolo porticciolo turistico su cui si affacciano i vari ristoranti fino allo skyline di Kuwait City che col calar delal sera va via via illuminandosi. Nel sito non manca il Marina mall un ennesimo elegante centro commerciale in cui passeggiare prima di concedersi il meritato riposo davanti ad un buon piatto di cucina etnica.

A serata inoltrata riprendiamo la vettura e in circa mezzora raggiungiamo l'aeroporto ove ci attende il volo di ritorno che via Istanbul ci riporta in Italia.

GALLERIA VIDEO FOTOGRAFICA

001 Kuwait City
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067 Al Jahra - Red Fort
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071 Al Jahra - Red Fort
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072 Mutla Ridge
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074 Mutla Ridge
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075 Mutla Ridge
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080 Mutla Ridge
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083 Ships Graveyard
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095 Al Ahmadi
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100 Fahaheel
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